Il paradosso del club tedesco, con un centro sportivo fra i più moderni al mondo: all’interno una spia (o più di una) che negli anni ha spifferato all’esterno i segreti della squadra. L’ultimo, la lite Mané-Sané

Una buca tira l’altra. Il centro sportivo del Bayern Monaco è fra i più moderni al mondo. Ma ha un problema: è pieno di talpe. O almeno ne ha una particolarmente attiva. Sono anni che in Baviera si discute del problema. Lo hanno affrontato grandi allenatori come Guardiola e Ancelotti, così come, più recentemente, Kovac e Nagelsmann. Ma nulla cambia. Tanto che anche Tuchel, arrivato da meno un mese, ha vissuto la prima spiata. “Sarebbe bello se le cose che capitano nello spogliatoio restassero lì dentro”, ha affermato il tecnico, riferendosi al pugno che Mané ha rifilato a Sané. L’episodio è grave, ma è avvenuto a porte chiuse. Lontano da occhi indiscreti. Almeno teoricamente. Perché in realtà poche ore dopo era già su tutti i giornali.

I PRECEDENTI

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Nel 2018 Kovac, appena arrivato al Bayern, dovette gestire i motivi di tensione interna discutendone anche con i media, che erano a conoscenza di confronti privati. James Rodriguez, per esempio, gli urlò contro “Qui non siamo a Francoforte”, riferendosi all’Eintracht, club nel quale Kovac aveva allenato prima di passare in Baviera. Al tecnico veniva imputato un turnover troppo ampio, fatto senza considerare lo status dei giocatori. Già all’epoca il direttore sportivo Salihamidzic intervenne a tal proposito: “Questa cosa deve cambiare, scopriremo chi è che mette in giro queste voci, scopriremo come mai certe cose sono di dominio pubblico”. Nulla è cambiato. Anzi, la talpa continua a vivere serenamente nel centro sportivo bavarese, come faceva anche prima del 2018. Nel febbraio del 2017 venne mostrata ad Ancelotti, durante una conferenza stampa, una foto della sua lavagna tattica. Un giocatore l’aveva mandata a un giornalista della Bild. Nel 2014 venne pubblicata la lista delle punizioni stabilite da Guardiola per chi non rispettava il regolamento interno. Nel 2010 venne raccontato il gesto di Van Gaal che mostrò i propri attributi allo spogliatoio chiedendo alla squadra di dimostrare di averli.

anche pep

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Nel 2016 fu Guardiola, dopo la discussione avuta con i medici sociali e diventata subito di dominio pubblico, ad affrontare pubblicamente la tematica: “I giornalisti sono molto, molto, molto bravi – disse –. Normalmente però queste cose rimangono nello spogliatoio. Chi ha parlato lo ha fatto per colpire me”. Pep cercò poi di mettere in guardia Ancelotti, che pochi mesi dopo lo avrebbe sostituito sulla panchina bavarese: “Io l’anno prossimo non sarò qui, la talpa forse sì. E forse non sa che non colpisce me come vorrebbe, ma la squadra e la società. Non so chi sia, ma riguarda la società, non me. È un problema della società, non mio”. Già nel gennaio del 2016 la talpa aveva raccontato ai giornalisti delle notti allegre di Vidal. “Non importa chi sia, se lo scopro cadranno teste – aveva detto Pep all’epoca –. Chiunque sia non giocherà più con me”. A quasi 10 anni di distanza però il problema esiste ancora. E il centro sportivo del Bayern, seppur fra i più moderni al mondo, si conferma pieno di talpe. O almeno una, ma molto attiva.

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