Seconda sconfitta consecutiva. Sei gol presi in due partite. Stavolta, senza le pur risibili attenuanti di Foggia-Latina. Lacune nel gioco e amnesie in difesa. In due parole: buio pesto.

E’ questa la sensazione restituita dal Curcio di Picerno al termine di una partita che i padroni di casa (fin troppo sottovalutati dopo il poker subito a Catanzaro) hanno portato a casa con intelligenza grazie a un gioco concreto e veloce, fatto di rapidi movimenti senza palla, scambi fulminei e abili capovolgimenti di fronte. Di contro, un Foggia che dimentica a casa il bandolo della matassa, con un pressing efficace solo a tratti e la luce dei tanti (troppi?) fantasisti che resta spenta negli ultimi metri. Boscaglia cambia i sei undicesimi della formazione in campo ma a questo punto non è un problema di elementi: invocato a gran voce dalla piazza, Petermann parte titolare ma la coppia con Di Noia soffre allo stesso modo l’inferiorità numerica in mezzo al campo e non sembra più essere un caso. In generale, gli equilibri tattici della squadra tanto nel possesso quanto nel non possesso sono da rivedere, le soluzioni offensive non trovano mai la rapidità e l’efficacia necessarie nelle giocate e anche la condizione fisica desta qualche perplessità: i rossoblu di Longo arrivano troppo spesso prima sui palloni e anche questo è un problema.

LA PARTITA – Pronti, via e in pochi minuti le rispettive difese confezionano con errati disimpegni palle gol agli avversari: è prima Nobile (2′) a doversi distendere alla sua sinistra sul tiro di Esposito (sbaglia Sciacca su Malomo); appena un minuto dopo è imperdonabile Peralta a non sfruttare il generosissimo assist di Vuthaj sul regalo di Ruben Garcia centrando a porta vuota la capoccia di Di Franco. Un errore dallo stesso peso specifico di quello di Schenetti contro il Latina: peserà tantissimo. I rossoneri prendono il predominio del gioco nei primi venti minuti, arrivando spesso sul perimetro avversario e collezionando soprattutto calci d’angolo (ben 5). Manca però la giocata risolutrice. E il Picerno, pian piano, registra i movimenti avversari e li tampona, riorganizzando le proprie ripartenze. I lucani hanno gamba, una coppia centrale tosta, l’esperienza del vecchio Dettori (39 anni) e un ragazzo del 2002, Kouda (allievo di Longo a Carate Brianza) che lentamente prende possesso dei trenta metri centrali e finisce con lo spaccare la partita. Il resto lo fa l’enorme intelligenza tattica dell’altro quasi quarantenne Reginaldo: è magnifico il movimento che fa al 23′, completamente incompreso dalla linea difensiva rossonera ma non da Kouda, che lo spedisce solo davanti al portiere; per Nobile non c’è scampo e sul Foggia cala il black-out. La manovra si fa confusa, i tre dietro la punta alzano fumo da cui compaiono solo abbozzi illusori di giocate, e, se al centro non si passa, sugli esterni non va meglio, le sovrapposizioni latitano e al fondo si arriva poco e male. L’albanese si sbatte, ingaggiando un duello rusticano con il navigato De Franco, ma soffre la carenza di palloni giocabili mentre la squadra dietro di lui fa massa ma non concretezza.

LA RIPRESA – Si aspetta la reazione del Foggia ma i padroni di casa hanno acquisito convinzione da vendere e dopo appena sei minuti mettono in ghiaccio la gara: Malomo deve intervenire sul cross di Reginaldo ma tocca con il braccio. Il rigore di Capitan Esposito fulmina Nobile e adesso i gol da recuperare diventano due. Boscaglia prova allora a ridisegnare i suoi. Dentro Ogunseye per l’enigmatico D’Ursi (prova irrilevante, se vogliamo perfino aggravata da un’ardita difesa d’ufficio di Mario Somma su RaiSport…) e per un po’ si fa fatica a capire come gioca il Foggia. Non dev’essere chiaro neppure a Schenetti che diventa vertice alto di una sorta di rombo con Peralta e Di Noia ai lati, senza però mai trovare la posizione giusta. Il risultato è tanta confusione. Picerno non rinuncia al contropiede, poi parte la girandola di cambi da ambo i lati (Longo fa rifiatare i due “vecchietti terribili” Dettori e Reginaldo, inserendo anche l’ex primavera rossonera De Cristofaro, Boscaglia cambia i due esterni bassi) e i padroni di casa vanno in modalità-controllo. Vuthaj continua a sbattersi individualmente (cogliendo, pressato da Garcia, un altro legno al 60′). Ma nel proseguo dal Foggia pervengono lampi solo sulla punizione di Petermann (di poco a lato) e su un colpo di testa di un fattivo Ogunseye su cui il giovane Crespi (2001), altro interessante under dei lucani, fa la prodezza (che replicherà al 95′ ancora su Ogunseye in girata). La beffarda punizione di Pitarresi (90′), che passa sotto i piedi di Peralta rotolando a fil di palo alla sinistra di Nobile, è la chiosa amarissima di un’altra serata da dimenticare per i rossoneri, che escono a capo chino e con mille grattacapi destinati ad affollarsi. A Picerno, dopo gli strombazzamenti di rivincita della vigilia, vincono solo i tifosi rossoneri, che incitano la squadra a gran voce fino alla fine, contro ogni evidenza di risultato e di gioco. Gli applausi, stasera, li meritano solo loro.

Giancarlo Pugliese

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IL TABELLINO:

PICERNO (4-3-3): Crespi; Novella, De Franco, Garcia Rodriguez, Guerra; Kouda (dal 35′ st D’Angelo), Dettori (dal 24′ st De Ciancio), Pitarresi; Golfo (dal 41′ st Liurni), Reginaldo (dal 24′ st Gerardi), Esposito Emmanuele (dal 25′ st De Cristofaro). A disposizione: Albertazzi, Finizio, De Cristofaro, Allegretto, Liurni, D’Angelo, Santarcangello, Gerardi, Monti, Orsi, De Ciancio. Montesano. Allenatore: Emilio Longo.

FOGGIA (4-2-3-1): Nobile; Leo (dal 25′ st Garattoni), Sciacca, Malomo, Costa (dal 25′ st Nicolao); Di Noia (dal 43′ st Tonin), Petermann; Peralta, Schenetti, D’Ursi (dall’11’ st Ogunseye); Vuthaj. A disposizione: Domingo, Garattoni, Di Pasquale, Chierico, Ogunseye, Papazov, Frigerio, Peschetola, Nicolao, Iacoponi, Odjer, Tonin. Allenatore: Roberto Boscaglia.

Reti: al 23′ pt Reginaldo, al 7′ st Esposito (rigore), al 45′ st Pitarresi

Ammonizioni: Schenetti, De Franco, Garcia, Dettori, Malomo

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