IL CALCIO FOGGIA IN SERIE B PER SALVARE L’IMMAGINE DELLO SPORT

Preg.mo Presidente FIGC dott. Gabriele Gravina,

Le scriviamo non soltanto quali tifosi del Calcio Foggia 1920, ma soprattutto quali sostenitori di quei valori di purezza e linearità dello Sport drammaticamente e vergognosamente violati in occasione della finale dei playoff della serie C, e che anche sotto tale profilo impongono una doverosa e attenta valutazione delle tematiche in ordine alle quali è chiamato a pronunciarsi il Consiglio Federale della FIGC da Lei presieduto il 7 luglio prossimo, su tutte l’ammissione del Calcio Lecco 1912 al campionato di serie B 2023/2024, puntualmente e motivatamente denegata dalla Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi in virtù del parere del 30 giugno 2023.

Come sa bene, il sistema di Licenze Nazionali della Lega di serie B, approvato il 28.2.2023, prevede che le società, per prender parte al Campionato di Serie B per la stagione sportiva 2023/2024, devono munirsi della licenza nazionale e devono quindi adempiere imprescindibilmente agli obblighi ed ai criteri legali, economico-finanziari, infrastrutturali, sportivi ed organizzativi qui di seguito riportati.

Per quel che attiene ai criteri infrastrutturali le società erano tenute a depositare entro e non oltre il termine “perentorio” del 15 giugno 2023, presso la Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi, la seguente documentazione attestante:

1) a) la proprietà dell’impianto che ciascuna società richiedente la licenza intende utilizzare, ovvero; b) il contratto, la convenzione d’uso o un documento equivalente relativo all’impianto di cui si intende usufruire, validi almeno sino al termine della stagione sportiva 2023/2024 o per tutte le gare ufficiali che si terranno nella medesima stagione sportiva;

2) la licenza di cui all’art. 68 del TULPS del suddetto impianto, valida almeno fino al termine della stagione sportiva 2023/2024;

3) le risultanze delle verifiche della competente Commissione di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo attestanti, ai sensi dell’art. 80 del TULPS, la solidità e la sicurezza del suddetto impianto, i cui esiti devono essere favorevoli e non devono prevedere limitazioni in ordine all’agibilità della struttura antecedenti al termine della stagione sportiva 2023/2024;

4) nel caso in cui la società non avesse la disponibilità di un impianto nel proprio comune, come nel caso del Lecco, un’istanza tesa ad ottenere la deroga a svolgere l’attività per la stagione sportiva 2023/2024 in un impianto ubicato in un’altra città, corredata dalla documentazione di cui ai precedenti punti 1), 2), 3), nonché dal nulla osta del Prefetto relativo ad una struttura ubicata nel territorio nazionale.

La Lega di Serie B avrebbe dovuto fornire alla Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi, entro il termine del 27 giugno 2023, l’autorizzazione sull’istanza in deroga, da concedersi in via eccezionale e per fondati motivi.

La Lega di Serie B era inoltre tenuta ad attestare alla Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi, entro lo stesso termine del 27 giugno 2023, che l’impianto indicato dalla società richiedente la licenza rispettasse i requisiti infrastrutturali innanzi indicati.

Nel caso in cui la società fosse una neopromossa in Serie B, la certificazione della Lega di Serie B avrebbe dovuto essere rilasciata sulla base delle verifiche effettuate successivamente alla conclusione del campionato 2022/2023, terminato per la serie C il 23 aprile 2023 con tre squadre vincitrici dei rispettivi gironi, il Feralpisaló, la Reggiana e il Catanzaro.

Non è ultroneo rappresentarLe, per comprendere a pieno l’evidentissima irregolarità della posizione del Lecco Calcio, che le società Feralpisaló e Catanzaro, non avendo la disponibilità di un impianto nel proprio Comune, hanno doverosamente formulato istanza, accolta dalla Lega di serie B, finalizzata ad ottenere la deroga per ragioni eccezionali al fine di svolgere l’attività inerente alla stagione sportiva 2023/2024 in un impianto collocato altrove: il Feralpisaló nello stadio del Piacenza, squadra attualmente iscritta alla serie C; il Catanzaro nello stadio del Lecce, attualmente militante in serie A.

Quanto innanzi non senza segnalare che anche la Reggiana, vincitrice del girone B del campionato di serie C 2022/2023, avrà problemi di “convivenza” nello stesso stadio (il Mapei Stadium di Reggio Emilia) con il Sassuolo, impegnato nel campionato di serie A.

A fronte di tale anomala situazione, Lei ha espresso parole di apprezzamento nei riguardi del Catanzaro, della Reggiana e della Feralpisalò per la promozione in B nel corso della seduta del 30 maggio 2023 del Consiglio Federale, il quale ha contestualmente approvato criteri e termini per le riammissioni ai campionati di Serie A, Serie B e Serie C che ricalcano gli stessi requisiti delle precedenti stagioni, con la sola eccezione inerente al divieto di deroghe infrastrutturali, come risulta dal C.U. n.191 pubblicato il 1.6.2023.

E’ agevole inferirne che a nessuna delle quattro semifinaliste dei playoff di serie C poteva e doveva concedersi la deroga ai criteri infrastrutturali per accedere alla categoria superiore dal campionato 2022/2023, e tanto anche alla luce del disposto dell’art. 49 comma 1 lettera b) punto I) delle NOIF sui criteri di promozione, com’è invece incredibilmente ed immotivatamente accaduto nel caso di specie in favore del CALCIO LECCO, CHE NON AVEVA E NON HA I REQUISITI INFRASTRUTTURALI E SPORTIVI PER PRENDER PARTE AL CAMPIONATO DI SERIE B IN RAGIONE DELL’INCONTROVERTIBILE INADEGUATEZZA DELL’IMPIANTO E DELL’ALTRETTANTO INDISCUTIBILE INERZIA NELL’ESECUZIONE DEGLI IMPRESCINDIBILI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO.

Il Calcio Lecco 1912, peraltro, non era nelle condizioni, previste solo eccezionalmente, per richiedere la deroga ai fini dell’utilizzazione di un impianto ubicato in altro Comune.

Non è un fuor d’opera rilevare che l’adeguamento di un impianto calcistico alla categoria superiore postula ovviamente, com’è non è certamente accaduto per il Lecco Calcio, il rispetto di quelle regole, peraltro chiare ed inequivocabili, che non possono e non devono essere stravolte, ancor più a fronte della vergognosa direzione arbitrale della finale playoff, che configura una fattispecie quasi scolastica di frode sportiva.

Si ribadisce quindi che le irregolarità si rinvengono a monte, ed anche per questo sono ancor più gravi ed inammissibili, in quanto la Lega di serie C non avrebbe dovuto consentire al Lecco di partecipare alle finali dei playoff, non avendo i requisiti infrastrutturali e sportivi per accedere alla serie B.

E’ pertanto evidente che, norme alla mano, la finale di ritorno non poteva e non doveva disputarsi nello stadio Ripamonti di Lecco, com’è invece incredibilmente accaduto, trattandosi ad ogni evidenza di una struttura che solo eufemisticamente può definirsi inadeguata, ove si consideri che sin dal 15 giugno 2023 era stato certificato che il Lecco non aveva i requisiti infrastrutturali per essere ammesso alla serie B, non avendo prodotto, com’era suo preciso ed indefettibile onere, alcuna  idonea documentazione a tal fine né l’istanza di deroga alla Lega di serie B.

Quanto innanzi non senza rimarcare con sdegno la sconcertante ed inqualificabile designazione, per la direzione di una gara della delicatezza e del rilievo di una finale playoff con l’utilizzazione del Var, di un arbitro, il sig. Kevin Bonacina, nato proprio a Lecco e residente a 15 chilometri dalla stessa città, in clamorosa e davvero inaccettabile violazione dell’art.42 comma 3 lettera h) del Regolamento AIA, che contempla,  peraltro, anche la fattispecie della c.d. “incompatibilità indiretta”, e soprattutto dei più elementari canoni dell’etica, non soltanto sportiva.

I fatti, id est le gravissime e scandalose decisioni adottate dal Bonacina in quella che può definirsi una della pagine più indecorose della storia dello sport nel nostro Paese, hanno ampiamente confermato, ove mai ve ne fosse stato bisogno, che la direzione arbitrale è stata incontrovertibilmente finalizzata a favorire il Lecco.

Nessun commento meritano inoltre le dichiarazioni, a dir poco sconcertanti, del designatore Maurizio Ciampi, che ha disinvoltamente riconosciuto di avere indicato l’arbitro Bonacina pur sapendo che fosse originario di Lecco, e non si è fatto scrupolo, evidentemente non pago, di apprezzarne pubblicamente l’inqualificabile direzione arbitrale.

Quel che preoccupa e allo stesso tempo indigna è che al signor Kevin Bonacina, a dispetto del disastroso arbitraggio della finale playoff, è stato invece conferito il “premio” della promozione alla CAN di serie A e di serie B, una decisione tanto grave quanto prevedibile, frutto evidente di quei giochi di palazzo che devastano come cellule tumorali il sistema Calcio.

Al di là, comunque, della gravità e della profondità del vulnus che i fatti del 13 giugno scorso hanno arrecato ai valori fondamentali dello sport, e più in generale della convivenza civile, Le chiediamo, quale Presidente del Consiglio Federale, di valutare con la doverosa attenzione l’incontrovertibile diritto del Calcio Foggia 1920 di accedere alla serie superiore quale effettivo ed indiscutibile vincitore dei playoff della serie C per i motivi esposti in precedenza, oltre che in ragione dell’inconfutabile possesso di tutti i relativi requisiti economico-finanziari e sportivo-infrastrutturali, e della tempestiva presentazione della domanda di partecipazione nel termine del 20 giugno 2023, come richiesto dalla Lega di serie B alle quattro semifinaliste dei playoff.

Il parere negativo del 30 giugno 2023 della Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi nei confronti del Lecco ha ulteriormente confermato la totale assenza in capo alla società lombarda dei requisiti richiesti ai fini della partecipazione al campionato di serie B 2023/2024, peraltro già nota sin dal 1° giugno 2023 in virtù della pubblicazione del CU n.191/2023. Non si tratta, ovviamente, del ritardo nella presentazione della documentazione utile, già di per sé grave e non sanabile, ma dell’assoluta mancanza di autorizzazione alla deroga eccezionale da parte della Lega di serie B, cui la FIGC nel CU n.191/2023 aveva già escluso potesse ricorrersi dal 1° giugno 2023.

A tal proposito stupisce, e non poco, segnatamente sotto il profilo della legittimità, se non anche dell’opportunità, il comunicato stampa n.324/L del 30 giugno 2023 della Lega di serie C, che ha individuato il Calcio Lecco 1912 tra le quattro squadre “promosse” in serie B, che si pone in stridente  contrasto con il parere della Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi, che ha invece significativamente accertato in capo alla società lombarda l’insussistenza del requisito infrastrutturale.

Il danno che questa sconcertante situazione ha arrecato al Calcio Foggia, e allo Sport in generale, peraltro non soltanto sul piano economico e dell’immagine, è intuitivamente incalcolabile, e non vi si può porre rimedio se non all’esito di una decisione attenta ed equilibrata, doverosamente rispettosa  dei valori e delle norme che disciplinano una disciplina che, com’è noto, riveste nel nostro Paese, e nella nostra provincia in particolare, un rilievo e  un ruolo che vanno ben al di là del profilo meramente sportivo.

L’intera Capitanata è in fervore, e si è pensato anche a una massiccia “Class Action” tesa a far valere le ragioni di una società e di una terra che non intendono rassegnarsi alle soverchierie di un sistema che può e deve essere contrastato e rimosso muovendo le fila di questa sorta di ricostituzione del tessuto spinale del calcio e dello sport dal riconoscimento dell’innegabile diritto del Foggia Calcio di accedere alla serie superiore.

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Chiediamo, pertanto, che alla seduta del 7 luglio 2023 il Consiglio Federale da Lei presieduto, che in questo momento ha in mano le sorti del Calcio e dello sport in generale nel nostro Paese, confermi l’esclusione del Lecco Calcio 1912 dal titolo sportivo oltre che dall’ammissione al campionato di serie B e ammetta come quarta squadra promossa dalla serie C il Calcio Foggia 1920.

Con osservanza.

Foggia (Italia), 5 luglio 2023

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