Con 5 vittorie su 5 i Gunners primi in classifica hanno eguagliato l'avvio record degli Invincibili di Wenger. Ecco cosa c'è dietro la trasformazione della squadra rispetto al recente passato: "Dobbiamo mantenere l’entusiasmo che c’è adesso e continuare a vincere", dice il tecnico iberico

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato @dchinellato

Niente ritocchi. Non che l’Arsenal non ci abbia provato, con la corte per Douglas Luiz dell’Aston Villa continuata fino agli ultimi minuti di mercato. Ma i Gunners sono rimasti gli stessi delle 5 vittorie nelle prime 5 partite, gli stessi convinti di aver svoltato, di essere pronti a riprendersi un posto in Champions. E ora si preparano alla sfida con lo United di domenica, il primo vero esame da grande della stagione per il giovane gruppo di Mikel Arteta. "Abbiamo già vinto a Old Trafford, siamo convinti di avere quello che serve per vincere", dice il 40enne tecnico nel centro sportivo dell’Arsenal, estrema periferia nord di Londra col Watford come vicino di casa.

PARTENZA SPRINT

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Cinque vittorie su cinque i Gunners non le facevano dal 2004, l’anno degli Invincibili di Arsene Wenger. Non è solo questione di vittorie, è tutta l'atmosfera attorno all’Arsenal che grida successo, dal contagioso entusiasmo dei tifosi che hanno riscoperto cosa vuol dire fare il tifo per una squadra eccitante, giovane e vincente, all’atmosfera che si respira in spogliatoio. "Mi piace molto la sensazione attorno al club, oltre al modo in cui giochiamo - racconta Arteta -. Stiamo vincendo, che in fondo è il nostro lavoro. Dobbiamo continuare a fare le cose semplici, mantenere l’entusiasmo che c’è adesso e continuare a giocare bene". Il cambio rispetto al passato anche recente si vede, e non è misurabile solo nell’enorme impatto dei nuovi arrivi Gabriel Jesus e Zinchenko, quelli che a livello di testa hanno portato l’Arsenal in una dimensione diversa, da grande. Il brasiliano in particolare, con la sua ricerca dell’eccellenza, è una spinta continua a migliorare anche per i compagni, come se fosse una voce costante che ricorda loro quanto lavoro c’è da fare per vincere.

GIOVENTù AL POTERE

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L’Arsenal piace anche perché è il gruppo più giovane tra le Big Six. Quello che Arteta sta cercando di plasmare da anni, quel progetto di crescita pluriennale che dopo qualche stagione complicata sta cominciando a dare i suoi frutti. "Aver cominciato in questo modo con una squadra giovane è ancora più bello - spiega Arteta -. È incredibile quanti passi avanti abbiano fatto alcuni giocatori rispetto anche solo a sei mesi fa, ad un anno fa. Quando hai talento, personalità e voglia di fare le cose nel mondo giusto non possono che succedere cose positive". I Gunners delle prime giornate sono un perfetto esempio della loro gioventù al potere. Jesus è l’uomo della svolta con 3 gol e 3 assist in 5 partite ma ha compiuto 25 anni in aprile. Come Zinchenko, l’altra novità. Martin Ødegaard, il nuovo capitano che Arteta definisce "Un giocatore affamato e umile che mette la sua qualità al servizio della squadra", ha solo 23 anni, anche se ha già vissuto almeno 3 vite calcistiche. L’idolo dei tifosi di questa partenza sprint è William Saliba, 21enne rientrato dal prestito della passata stagione al Marsiglia con la convinzione di poter essere speciale al centro della difesa. L’Emirates, e non solo, canticchia il suo nome sulle note di "Tequila!".

FILOSOFIA

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E poi c’è Arteta a dare forma a questo Arsenal primo della classe, con le sue parole che arrivano sempre nella testa dei giocatori e danno loro quella spinta extra per fare la differenza. Deve fare i conti gli infortuni a centrocampo di Thomas Partey (potrebbe rientrare dopo la sosta per le nazionali, anche se ha problemi muscolari cronici) e Mohamed Elneny (fuori per dei mesi) che avevano convinto i Gunners a cercare di prendere un centrocampista sul mercato. "Non siamo riusciti a prendere il giocatore che volevamo - spiega il tecnico -. In passato abbiamo fatto degli errori, ora abbiamo imparato che dobbiamo prendere buoni giocatori ma anche persone di qualità, perché l’innesto sbagliato può essere dannoso per la squadra". E allora avanti con chi c’è, con la testa allo United. La testa, quella da grande, è una delle ragioni della partenza sprint dell’Arsenal, la convinzione di poter vincere. "Crediamo di essere capaci di vincere", spiega Arteta. Finora quella convinzione, mostrata soprattutto nelle ultime due rimonte con Fulham e Aston Villa, è valsa la miglior partenza in 18 anni.

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