Attesa sin da ieri, ovvero dalla fine della convulsa giornata di incontri col presidente Canonico con conferenza stampa finale “in solitario” di quest’ultimo, è suonata stamani in tarda mattinata “l’altra campana”: quella del tecnico Zdenek Zeman, che ai microfoni di Pino Autunno per il quotidiano “L’Attacco” ha esposto la sua visione dei fatti in merito al sonoro “NO” al patròn del club di Viale Ofanto. Ecco cosa ha detto il Boemo:

Sorprese dietro l’angolo? Non saprei dire se ci saranno ulteriori sorprese. Le sorprese ci sono sempre state e ci saranno sempre. Spero solo, nel caso, che siano soprese positive per il Calcio Foggia. Non ho stimoli? Due giorni prima avevo dichiarato di voler continuare ad allenare questa squadra. Il mio problema è che volevo farlo ma con altre condizioni: non ci sono le premesse per poter stare insieme, ognuno vede il calcio in modo diverso e perciò ho deciso che è inutile continuare a Foggia, anche se mi dispiace tanto. Devo tanto a questa città e a questi giocatori e avrei voluto proseguire. Qual è calcio di Canonico? Non voglio fare polemiche. Io penso che lui da Presidente può fare le scelte che vuole, come le posso fare io. Mi ripeto, a me dispiace lasciare questa squadra e questi ragazzi che mi hanno dato delle soddisfazioni non solo sul campo ma anche fuori. E’ stato un bel gruppo e lasciarlo mi dispiace. Cosa mi ha dato più fastidio? Anche qui devo ripetermi: noi abbiamo avuto sempre difficoltà a lavorare io e la squadra ma nonostante tutto penso che abbiamo fatto il nostro massimo. Le difficoltà ci sono state sin da subito e si sono protratte per tutta la stagione. Io sono stato sul punto di dimettermi più volte ma poi per la squadra e per la città ho preferito continuare a lavorare, anche se in condizioni non ideali. Almeno per me, magari per lui andava tutto bene così com’era. Io penso invece che abbiamo sbagliato tutto.

Che voto do alla stagione del Foggia? Io l’ho dichiarato già in diverse occasioni: per me la squadra ha fatto miracoli per le condizioni in cui ha lavorato. Perciò sono soddisfatto di ciò che la squadra ha fatto ma penso che si sarebbe potuto fare anche meglio in futuro ma con altri. Se è finita così è per scelta mia, anche se lui dice che avrebbe voluto confermarmi, sebbene avesse contattato altri allenatori. Io non ci sto a lavorare così. La bocciatura di Peppino Pavone? Io sono venuto qui per Pavone, perchè abbiamo lavorato a lungo insieme e lo ritengo un grande esperto. Ma credo che lui non è stato messo nelle condizioni per lavorare. C’erano dei problemi anche su quello. Se tornerei in sella in una situazione diversa? Io devo tanto a Foggia, sono stato bene a Foggia e sono stato accolto bene da parte di tutti. Devo ringraziare i tifosi e anche la gente in mezzo alla strada che si è sempre comportata benissimo con me. Perciò io sarei ben disposto a esserci ancora.

Cosa mi sento di dire ai tifosi? Io devo ringraziare tutta la città per come mi ha accolto e per come mi ha trattato. A me dispiace, ma voglio lasciare questa società per cercare di andare avanti e migliorare. Sul piano sportivo io penso che i ragazzi hanno fatto davvero grandi cose: non sono fenomeni calcistici ma lo sono come ragazzi e come gruppo. Io penso che il gruppo ha dimostrato di poter fare calcio e poter crescere. Peccato per quella eliminazione. Si piange sempre quando si perde però io credo che in quelle due partite, fra andata e ritorno, la squadra si sia dimostrata superiore all’avversario. Se c’erano margini di ricucitura con la società? Diciamo che la colpa è mia nel senso che ho deciso che il calcio in questo modo non si possa fare. La società la vede in un’altra maniera e quindi era inutile continuare. Non c’erano le premesse per farlo. Mi dispiace davvero andare via ma è giusto che quando due non si capiscono si interrompa. Se ci rivediamo a luglio da queste parti? Non credo, visto che ho sentito quello che ha in programma il Presidente. Spero ci riesca e non faccia solo discorsi ma anche fatti. Le vie del Signore sono sempre infinite? Non si sa mai.

La Redazione

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