Contro il Nottingham Forest finisce 3-1 dopo tre sconfitte di fila. Il clima, a Londra, resta però quello di fine impero

dal nostro corrispondente Davide Chinellato @dchinellato

"Dai!!". Antonio Conte esulta come se non avesse passato le ultime settimane a casa in convalescenza per riprendersi da un intervento chirurgico quando Son segna al 62’ il terzo gol nel 3-1 con cui il Tottenham stende il Nottingham Forest. È un’esultanza liberatoria, di un tecnico tornato nel suo elemento, il campo, e tornato a vincere dopo 10 giorni di delusioni. È il gol che scuote il Tottenham Stadium, piatto per l’intera partita, come se i 61.460 tifosi venuti a vedere la sfida del 27° turno di Premier League fossero troppo arrabbiati per farsi sentire. È una vittoria, la prima dopo tre deludenti ko, che non cambia la situazione: al Tottenham si respira aria di fine impero, percepibile chiaramente anche in quella che dovrebbe essere una giornata di festa per una vittoria che porta a 6 punti il margine sul Liverpool per il quarto posto.

NIENTE FESTA

—  

La festa l’hanno fatta solo i giocatori in campo. Harry Kane, il solito fenomeno in gol per due volte nel primo tempo (al 19’ di testa e al 35’ su rigore) portando a 20 il suo bottino di reti stagionali in Premier. Richarlison, titolare pur dopo lo sfogo anti Conte di mercoledì e autore probabilmente della sua miglior prestazione dell’anno in campionato, in cui dopo un gol annullato dalla Var si è procurato il rigore del 2-0 e ha sfornato con caparbietà l’assist del 3-0. Il pubblico ha seguito come se tutto questo gli passasse davanti agli occhi, esultando solo per i gol, svegliandosi un po’ di più dopo la terza rete. I 3000 tifosi del Forest, assiepati dove mercoledì i milanisti hanno festeggiato la qualificazione ai quarti di Champions, sono stati spesso molto più numerosi dei 58.000 seduti altrove. È quella pazienza finita di cui aveva parlato Conte alla vigilia che "non fa bene alla squadra", quella atmosfera da fine impero, da ciclo che sta per chiudersi, perché tutti sanno che Antonio, fino ad un mese fa acclamato dai fan come il vero fuoriclasse di questa squadra e ora completamente ignorato, a fine stagione se ne andrà e molti si chiedono se non sia il caso di mandarlo via prima.

ANTONIO

—  

È Daniel Levy, seduto in tribuna accanto al patron del Fulham Shahid Khan, a dover prendere quella decisione assieme a Paratici: parte della tifoseria che vorrebbe da subito il ritorno di Mauricio Pochettino, anche subito dandogli due mesi di partenza anticipata rispetto alla prossima stagione. Conte però non ha nessuna intenzione di mollare e l’ha dimostrato ancora una volta. Ha chiesto alla sua squadra una reazione forte, ha schierato Richarlison titolare che pure l’aveva criticato dopo l’eliminazione col Milan, ha mostrato quel calcio dominante e d’attacco che i tifosi del Tottenham gli imputano di non saper fare. In panchina era indiavolato, insensibile alla temperatura percepita di 3 gradi, alle sue condizioni fisiche ancora precarie dopo una convalescenza da cui è tornato meno di una settimana fa: è stato il leone in gabbia di sempre, impegnato a dare indicazioni ai suoi, a farsi sentire con l’arbitro quando lo riteneva necessario. Ad esultare, abbracciando Stellini, quando Son ha segnato quel gol del 3-0. Come se quello che succederà a fine stagione non gli importasse, come se inseguire il quarto posto col Tottenham, l’unico obiettivo rimasto dopo l’eliminazione dalla Champions, valesse quanto uno scudetto. Conte non ha nessuna intenzione di mollare, anche se i tifosi hanno smesso di idolatrarlo, anche se il club pensa al futuro senza di lui. E ora che ha una partita sola a settimana da giocare, con una rosa meglio attrezzata per un impegno di questo tipo, è pronto ad un miracolo tipo quello della passata stagione.

LA PARTITA

—  

Il Tottenham Stadium si sveglia dal suo torpore quando Richarlison al 3’ fa centro, ma è come se il fatto che la Var cancelli quella che sarebbe stata la prima rete in Premier del brasiliano faccia ripiombare il popolo Spurs nel suo grigiore. Serve un volo di Kane per svegliarlo: al 19’ il centravanti raccoglie di testa un cross di Porro e sblocca anticipando Aurier. Il Forest non fa nulla, il Tottenham controlla il gioco anche se i suoi tifosi raramente si fanno sentire e al 35’ trova il raddoppio: lo firma sempre Kane, "One of our one" (uno di noi) come cantano i suoi tifosi, stavolta a segno su rigore concesso per fallo di Worrall su Richarlison. Gli ospiti ripartono più aggressivi, ma il gol lo fa ancora il Tottenham: stavolta con Son, che al 62’ raccoglie in mezzo all’area un bel cross dell’ispirato Richarlison e mette dentro. Il Forest vuole almeno provarci, costringe Forster ad un paio di super parate e trova il gol con Worrall di testa all’81’. Al 94’ Ayew potrebbe fare 3-2 dal dischetto (mani di Kulusevski visto dalla Var), ma Forster compie la sua parata più bella.

Adblock test (Why?)